Antonio e Giovanni di Bocconi Students Surf Club ci raccontano come è nata la prima associazione universitaria di surf a Milano.


Ciao Antonio e Giovanni, è un piacere rincontrarvi dopo il bellissimo incontro Wave of Innovation che avete organizzato a Milano.

Vorrei raccontare e far conoscere il vostro progetto, ma soprattutto il vostro approccio al surf: come è nato il Bocconi Students Surf Club?

Ciao Angelo grazie a te per l’intervista! L’idea dell’associazione è nata un po’ per caso. Durante il secondo anno di Università, io e Antonio con alcuni amici della Bocconi abbiamo fatto un surf trip a Taghazout, in Marocco.

Il viaggio è stato ricco di momenti esilaranti e aneddoti indimenticabili, alcuni dei quali sono raccolti nel nostro diario di viaggio.

Al ritorno, abbiamo notato che c’era molto interesse nei confronti del surf ma anche tanta ignoranza e un’incredulità generale quando raccontavamo che sì, anche in Italia si può fare.

Così ci siamo detti: perché non provare a creare un’associazione diversa da quelle presenti in Università, basata sullo stare assieme e sul condividere esperienze slegate dallo studio… insomma, diffondere la cultura del surf per creare più opportunità di surfare in Italia e far crescere questo meraviglioso sport!

Bellissimo spirito, io e tutto il team di Blide approviamo in pieno questo approccio al surf, basato su condivisione e cultura.

Un esempio concreto sono gli incontri che organizzate in Bocconi, come Wave of Innovation, al quale ho partecipato con orgoglio!

Si, questo è quello che ci rende davvero unici rispetto ad altre associazioni e club. Oltre ad organizzare esperienze off-campus legate alla pratica del surf, come uscite in Italia e camp all’estero, organizziamo questo genere di appuntamenti. Sono rivolti per lo più agli studenti di Miano, essendo la prima e unica associazione studentesca di surf in Italia.

Teniamo molto a questo genere di eventi aperti in cui affrontiamo temi legati al surf quali l’innovazione, le nuove tecnologie e la sostenibilità. Lo facciamo invitando persone che con la loro esperienza possono darci un punto di vista più pratico e concreto e l’opportunità di vivere la nostra passione con una prospettiva più ampia e stimolante, rendendoci più sensibili e partecipi al surf in Italia e nel resto del mondo.

Immagino che ne siate davvero molto soddisfatti; cosa vi rende particolarmente orgogliosi se guardate a quanto fatto finora?

Beh prima di tutto l’aver conosciuto e creato un gruppo di persone splendide, che hanno reso l’ultimo anno della triennale semplicemente unico.

L’internazionalità dell’associazione, dove la lingua principale è l’inglese.

L’aver riunito studenti da tutto il mondo e soprattutto essere riusciti a trasmettere la passione per questo sport. Siamo partiti in 13 membri, ora siamo un gruppo di circa 70 persone. Vogliamo continuare a crescere, non tanto in numero ma in termini di qualità delle nostre proposte. Il tema della sostenibilità, e in particolare della riduzione del consumo di plastica, sarà centrale nei nostri progetti futuri. Vogliamo sensibilizzare gli studenti su questi temi e magari provare a eliminare le centinaia di bottigliette di plastica che ogni giorno vengono utilizzate nella nostra università.

Per esperienza vi posso dire che con questo spirito avete tutte le carte per crescere e ottenere ottime soddisfazioni dal vostro progetto! Prima di salutarci però la domanda è d’obbligo…come è nata la vostra passione per il surf, avete cominciato assieme o in momenti separati?

Ovviamente insieme! Durante il quarto anno di liceo abbiamo fatto un’esperienza di studio in Australia. Il surf aveva un ruolo fondamentale durante tutto l’arco della giornata; dalle sveglie alle 4.30 per essere in acqua all’alba, alle surfate al tramonto dopo scuola.

Abbiamo potuto vivere il surf a 360°, non solo come sport ma come stile di vita, e legato ad esso gioie (e soprattutto delusioni nei primi mesi) e amicizie indelebili. Per noi, il surf è stato fin da subito sinonimo di condivisione e soprattutto amicizia!

Molto bello! Bravi ragazzi, e ancora complimenti per il vostro progetto. Spero di partecipare presto ad altri eventi, magari con qualcuno dei nostri shaper, ci terremmo molto a raccontarvi come nasce una tavola da surf.

Sarebbe fantastico, grazie a te e a tutti i ragazzi di Blide per l’intervista!

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