Un’analisi del MIT (Massachusetts Institute of Technology) ha rivelato uno sviluppo preoccupante dovuto ai cambiamenti climatici


Blide entra nel dettaglio e vi spiega il possibile (e non così futuro) scenario!

Il riscaldamento globale sta progressivamente contribuendo non solo ad alterare le temperature marine ma anche il campo magnetico terrestre conducendo ad un livello del mare sempre meno uniforme ed un cambiamento dei mari che sembra inarrestabile.

L’analisi del MIT: guai in vista

In futuro i nostri mari cambieranno: è il Massachusetts Institute of Technology a riproporre, dati alla mano, le proiezioni sul lungo termine della salute dei nostri mari (e delle nostre amate onde). Ciò che ne è emerso è uno scenario piuttosto preoccupante e da monitorare con grande attenzione. I risultati della simulazione mostrano che, entro l’anno 2100, a seguito del riscaldamento globale, oltre il 50% degli oceani mondiali muterà colore, a causa dei cambiamenti climatici. Uno scenario con mari che presenteranno tinte e sfumature sempre più brillanti.

Fitoplancton e cambi cromatici

La causa è da ravvisare in un’altra gravissima conseguenza del riscaldamento globale e della temperatura del mare: il cambiamento della quantità di fitoplancton presente nei nostri oceani. Il nuovo studio del Mit, pubblicato su Nature Communications, analizza proprio la variazione di fitoplancton in questo decennio, in base all’aumento delle temperature. La proprietà principale del fitoplancton è l’assorbimento e la rifrazione della luce: i ricercatori hanno costruito quindi un modello basato su dati satellitari in grado di simulare la crescita e l’interazione di diverse specie di micro-alghe. Esse fungono quindi non solo da alimento per moltissime specie ma rendicontano lo stato di salute dei nostri oceani ergendosi a protagonisti decisivi dell’attuale cambiamento dei mari.

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E le nostre onde?

Le onde, come sappiamo, sono generate dai venti superficiali. Il nostro clima mutevole determinerà cambiamenti nei modelli di vento in tutto il mondo e quindi modifiche nella genesi delle onde. Questo fattore innescherà inoltre tangibili alterazioni (a catena) nei modelli di precipitazione. Queste mutamenti, come già accennato, interesseranno in un primo momento soprattutto gli oceani, ma certamente non possono essere considerate un fenomeno passeggero e non potenzialmente degenerativo anche nelle zone mediterranee. Dovremo fare i conti con un pianeta in fase di riscaldamento globale, che altererà le onde oceaniche lungo oltre il 50% delle coste del mondo. Gli scienziati già da decenni osservano il modo in cui le onde hanno modellato le nostre coste per capire come appariva la costa in passato. Questa è la nostra guida per comprendere i cambiamenti del mare passati. Quelli futuri non sono affatto rincuoranti…