Gli squali odorano davvero una goccia di sangue da un miglio di distanza? L’ex ingegnere della NASA nonche’ star di YouTube Mark Rober ha deciso di recarsi alle Bahamas per mettere alla prova questo vecchio mito.


Quanto c’e’ di vero in questa credenza? Mark ha voluto unire scienza e passione per il mare per vederci chiaro..una volta per tutte sul vero rapporto tra squali e sangue umano!

Contro le credenze popolari

Quando sei un ingegnere della Nasa e non dai nulla per scontato, strizzando l’occhio al mondo di internet e alla comunicazione sei naturalmente portato a cercare di smontare miti e leggende, con il semplice e pragmatico esperimento scientifico. Mark Rober ha fatto chiarezza su una delle più grandi convinzioni legate al mondo del mare: squali e sangue umano si legano davvero così indissolubilmente? L’obiettivo era testare fino a che punto gli squali potevano sentire l’odore di una singola goccia di sangue nell’acqua. Ma prima di fare ciò, Rober, da buon uomo di scienza, doveva capire come gli squali reagissero ad altri profumi e odori. Per avere ulteriori indicatori utili per un rapporto scientifico completo ed attendibile.

Il primo esperimento

Coadiuvato dal biologo marino e specialista in immersioni con gli squali, Luke Tipple, Rober ha attuato l’esperimento su una barca circondata da squali. I due hanno posizionato quattro tavole da surf equidistanti sul retro della barca, nelle acque cristalline delle Bahamas. Ogni tavola ospitava una Station progettata per rilevare e rilasciare due litri di liquidi diversi (olio di pesce, sangue di mucca, acqua di mare e urina) pompandoli nell’oceano per un’ora. Si procede poi alla conta degli squali avvicinatisi alle scie rilasciate.

Le tavole da surf sono state fissate e l’esperimento è iniziato. Dopo venti minuti non c’è stata molta azione intorno alle tavole, in particolare intorno alle Station di olio di pesce, urina e acqua di mare mentre la station dedicata al sangue iniziava ad attirare alcuni pesci più piccoli e, presto, uno o due squali.Dopo una quindicina di minuti la linea del sangue attira una fila di squali (contati in una quarantina di unita’ a fine esperimento), che seguono la seducente pista rossa. Interessante notare che, una volta avvicinati alla fonte che rilascia il sangue, gli animali perdono velocemente interesse.

“Penso che si possa affermare che, se e’ stato scientificamente provato che nessuno squalo venga attratto da 15 gocce di sangue umano al minuto (in mezzo a acque infestate da suoi simili), non bisogna preoccuparsi per un piccolo graffio o ferita in mare”.

Mark Rober

Il test con sangue umano

Ma una domanda è rimasta: gli squali avrebbero apprezzato maggiormente il sangue umano fresco? Tre tavole con nuove unita’ di rilevamento sono state montate e calate in acqua. Le tre unita’ rilasciavano gocce di sangue ad intervalli diversi (una goccia di sangue umano al minuto,una ogni 20 secondi e la terza con una media veloce di una goccia ogni quattro secondi). Ancora una volta, non c’era molta azione nei primi minuti dell’esperimento e, alla fine, i ricercatori hanno concluso che zero squali avevano verificato tutte e tre le schede.

Rober è quindi convinto che il mito sia assolutamente da sfatare. “Penso che si possa affermare che, se e’ stato scientificamente provato che nessuno squalo venga attratto da 15 gocce di sangue umano al minuto (in mezzo a acque infestate da suoi simili), non bisogna preoccuparsi per un piccolo graffio o ferita in mare” spiega Mark. Bisogna comunque sottolineare che questi esperimenti non hanno coinvolto tutti i tipi di squali e che non c’erano umani presenti in acqua. Quindi la precauzione è obbligatoria quando si nuota e si pratica il surf in acque infestate da squali!

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