Ispirandosi ad una double-fin modificata di uno shaper di Narrabeen, inventò il Thruster, che contribuì a valorizzare in Contest leggendari quali il Rip Curl Pro Bells Beach ed il Pipe Masters del 1981 e lungo una carriera post agonistica densa di soddisfazioni e tributi prestigiosi.


Simon Anderson muove i primi passi surfistici nell’area di Northern Beaches, non lontana da Sidney. La spiaggia di Collaroy Beach (dove vive con la famiglia) diventa il naturale teatro di un’infanzia passata, quasi totalmente, sulla tavola.

Nel 1977 vince la divisione Junior in un contest a Bells Beach e poi trionfa nel Coke Surfabout, iniziando poi a modellare le tavole da surf nel sobborgo di Sydney, a Brookvale. La curiosità nel creare da sè nuove forme e nel cercare nuove soluzioni andrà sempre, di pari passo, con un talento sportivo cristallino.

Nell’ottobre del 1980, dopo aver visto una tavola da surf a Narrabeen, dotata di una terza pinna rudimentale e di dimensioni minori rispetto alle altre due, Anderson ideò il conosciuto set up a tre pinne che fu poi soprannominato Thruster, “il Propulsore”. Dopo aver creato un prototipo decise di testarlo alle Hawaii ed in California: incoraggiato dalle risposte positive in acqua realizzò altre due tavole da surf con disegni simili. Il successo del Thruster non si fece attendere e nel 1981 vinse la competizione al Bells Beach Classic, cambiando per sempre la storia della tavola!

Infatti sebbene soluzioni con più pinne fossero già state affrontate (i “bonzers” – costituiti da una grande pinna centrale e due laterali più piccole – che si fecero strada nelle line up nei primi anni 70’), la semplice ideazione di pinne di dimensioni identiche, unite ad un settaggio adeguato, fece la differenza. Mentre Mark Richards portò la twin-fin al suo apogeo vincendo quattro titoli mondiali, Anderson fu più decisivo fuori dall’acqua anticipando questa tendenza all’ottimizzazione strutturale del mondo delle shortboard che necessitavano sempre più modifiche per svolte su onda più veloci, più difficili e con maggiori velocità di punta da sostenere.

Anderson si ritirò dalle tavole da surf professionistiche a metà degli anni ’80 e non cercò mai di beneficiare commercialmente della sua idea e di brevettare la sua invenzione sostenendo che: “C’erano molte altre persone che stavano lavorando per raggiungere lo stesso obiettivo finale…sono solo fortunato e felice di contribuire”. Nel novembre 2000 ha ricevuto la medaglia australiana per lo sport per i servizi di progettazione delle tavole da surf e, dieci anni dopo, è stato premiato dagli US Blanks alla Sacred Craft Expo di San Diego, in California. Un innovatore di grande classe, che ha silenziosamente ed indissolubilmente cambiato il mondo della tavola da surf.