INTRODUZIONE:

Su Blide le tavole da surf sono pezzi unici, realizzati intorno a te da esperti Shaper, per regalarti il massimo DIVERTIMENTO!

scegli la tua tavola da surf in modo facile e sicuro su Blide

Per capire e apprezzare al meglio queste creazioni, è necessario cominciare dalle basi, conoscere i singoli aspetti su cui valutare una tavola da surf. I materiali da costruzione, la tipologia, la forma, le dimensioni, le pinne e molto altro. Per questa ragione abbiamo pensato di realizzare una guida che si rivolge a tutti i surfisti che hanno fame di conoscenza come fame di onde… perché solo un surfista consapevole dell’attrezzatura che utilizza potrà approfondire al meglio la sua passione!

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INDICE GUIDA TAVOLE DA SURF

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TIPI SURFBOARD

Come scegliere una tavola da surf?

Prima di tutto si parte dall’outline, ovvero da forma e dimensione. Le due grandi famiglie di shape, ovvero forma, sono longboard e shortboard, da cui derivano poi gli altri tipi di tavole da surf: fish, Malibu, gun mini simmons, ecc…

Le due grandi famiglie di tavole:

Shortboard: si tratta di tavole preformanti dalle dimensioni piuttosto ridotte, che possono arrivare fino a 6.8 ft, poco più di 2 metri. I principali vantaggi delle ‘tavolette‘ sono la manovrabilità e la grande velocità con cui si possono eseguire manovre. Di contro, avendo un galleggiamento più modesto, risultano più difficoltose in partenza e meno adatta come tavola per i principianti.

surf onde


Negli ultimi anni la shortboard si sta evolvendo in altre declinazioni. Si tratta di modelli che cercano un compromesso tra vantaggi e svantaggi.

Questo tipo di shape prende il nome di Hybrid, la sintesi e la fusione tra le linee classiche e la voluminosità delle tavole retrò (fish, nugget, simmons) con la reattività e l’agilità di una short. Grazie alla loro versatilità si adattano sia alle onde più piccole estive che alle murate d’acqua invernali. Grazie alla forma piatta del rocker (la curvatura della prua), le tavole hybrid sono molto stabili, con tutto il vantaggio che se ne guadagna a livello di remata e partenza.

Longboard: possiamo pensare ai longboard come a un’evoluzione delle tavole da surf ‘primitive’, che erano delle enormi e pesanti tavole di legno. Queste tavole possono arrivare fino a 11 ft, oltre tre metri di lunghezza. Il principale vantaggio è la facilità e scioltezza con cui si utilizzano. Dall’altro lato però i longboard per loro natura offrono una manovrabilità inferiore rispetto alle shortboard e uno stile completamente diverso di surfata. Anche questo tipo di shape negli anni ha avuto le sue evoluzioni, dal longboard sono state derivate le funboard, i malibu e i minimalibu.

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tavole da surf

I MATERIALI DELLA TAVOLA DA SURF

All’interno della tavola possiamo distinguere tre diverse componenti:

  • L’anima della tavola, ovvero il foam, il “riempimento” di cui è composta la tavola;
  • Il longherone, la striscia orizzontale posta nel mezzo della tavola;
  • Resine e fibre che rivestono il foam e danno resistenza alla tavola;

Queste tre diverse componenti possono essere combinate e realizzate in differenti materiali, per ottenere il compromesso che si adatta meglio alle proprie esigenze.

Quanto conta la composizione dei materiali di costruzione di una tavola da surf?

BLANK

Il blank è l’anima della tavola: è il cosiddetto “pane di schiuma” contenuto al suo interno. Quando si fa riferimento al blank si intende dunque il materiale con cui è costruita la parte interiore della tavola ed è ciò che conferisce la maggior parte del peso, influendo sulla galleggiabilità.

Una tavola più leggera garantisce maggiore galleggiabilità. Per contenere il peso gli shaper vanno a lavorare sulla densità, ovvero sulla quantità di materiale compresso all’interno dello spazio. Di conseguenza il fattore densità influenza anche la resistenza: maggiore densità equivale a maggiore resistenza e viceversa. La galleggiabilità si traduce in una remata più agevole e meno faticosa e soprattutto in una maggiore manovrabilità.

Per stare comodi si dovrà trovare il giusto compromesso tra resistenza e galleggiabilità, scegliendo tra i materiali sotto elencati, ma soprattutto andando a ragionare sulla densità di quello scelto.

Poliuretano (PU): La schiuma di poliuretano è quella più diffusa tra gli shaper fin dagli anni ’50. I maggiori vantaggi sono la leggerezza, la flessibilità e la duttilità. Tuttavia, essendo un materiale sintetico, difficilmente riciclabile e tossico durante la lavorazione, è considerato decisamente poco eco-sostenibile. A partire dal 2005, con la chiusura di Clark Foam, il più grande distributore di Foam in poliuretano, c’è stato un progressivo abbandono del poliuretano, che ha coinciso con la diffusione di nuove schiume e blocchi semilavorati.

EXTRUSED POLYSTYRENE (XPS): La schiuma di polistirene estruso è un’alternativa più leggera alla tradizionale schiuma di poliuretano, tuttavia la lavorazione è più lunga e la resistenza è inferiore rispetto al poliuretano. Inoltre è necessario l’utilizzo di resina epossidica, al posto di quella in poliestere, per evitare che si sciolga il foam in polistirene. Uno dei grandi vantaggi rispetto al poliuretano è la sostenibilità ambientale, infatti è meno tossica in lavorazione e soprattutto è riciclabile al 100%. Come per il poliuretano, esistono dei “blocchi” già pronti reperibili in ditte del settore edilizio.

POLISTIRENE ESPANSO (EPS): La schiuma di polistirolo espanso è una particolare versione di schiuma di polistirolo. Si tratta del materiale con cui sono realizzati quei trucioli che si trovano nelle scatole di trasporto, per proteggere i prodotti dagli urti. Negli ultimi anni il polistirene espanso ed estruso sta guadagnando popolarità sia tra gli shaper che tra i surfisti. L’EPS è tipicamente la più leggera delle schiume sopra descritte, ma è più difficile da modellare a mano. Un altro svantaggio dell’EPS è che più incline all’assorbimento dell’acqua. Per i costruttori che lo utilizzano possibile acquistare un blank pre-shaped di EPS, stampato attraverso macchine.

parti tavola surf

RESINE E FIBRE

La resina e la fibra sono il rivestimento finale del blank, che crea un ”guscio” che rende impermeabile e più resistente l’anima della tavola. Di seguito le due principali combinazioni utilizzate per laminare la tavola:

Resina poliestere/Vetroresina: Questa accoppiata è tradizionalmente utilizzata con blank in poliuretano (PU). I vantaggi che si ottengono da questa scelta sono prestazioni migliori, grazie alla loro flessibilità. La resina poliestere è conveniente ed è durevole nel tempo, inoltre è anche più semplice da riparare. Anche se è molto più suscettibile a fratture e tagli/buchi. La nota negativa peggiore di questa abbinata è sicuramente la tossicità della resina in lavorazione e della produzione della stessa. Un mito da sfatare infine è quello che non non vorrebbe possibile lavorare blank in poliuretano con resine epossidiche. In realtà, è vero solo l’opposto.

Resina epossidica/Vetroresina: Questa combinazione può essere utilizzata solo su blank in polistirene quindi PS, XPS ed EPS, infatti in caso venisse utilizzata resina poliestere si dissolverebbe il polistirene, e quindi il blank. Sebbene la resina epossidica possa essere utilizzata con poliuretano, si trova più comunemente con la schiuma EPS. I vantaggi che si ottengono dalla scelta di questi materiali, sono sicuramente la resistenza alle fratture rispetto alla poliestere, la leggerezza, ma soprattutto la tossicità inferiore rispetto alla resina poliestere. Gli aspetti negativi sono principalmente due:

  • in caso di frattura l’EPS assorbe molta più acqua rispetto agli altri tipi di composti;
  • la lavorazione richiede più tempo e maggiore cura.

Nel mondo della costruzione di tavole da surf oltra alla più classica fibra di vetro, si utilizzano anche fibre naturali:

  • Fibre di lino e juta: si tratta di fibre naturali di provenienza europea, resistenti, capaci di tenere bene l’impatto degli urti. Si tratta di due materiali abbastanza simili, che tuttavia hanno un peso e una flessibilità differenti. Grazie all’orditura più allungata la fibra di Juta e più pesante e meno elastica. Questa caratteristica la rende adatta a tavole che devono subire forti stress come quelle per big wave e kite.
  • Fibra di basalto: di provenienza vulcanica, il basalto ha caratteristiche simili al carbonio ed è l’ideale per la costruzione di eco-board leggere e durevoli. A differenza del carbonio però il basalto viene considerato ecologico perché il processo da cui si produce la fibra è ‘pulito’.

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TAVOLE SURF IN LEGNO

Le origini della tavola da surf, non sono certo in foam e vetroresina. Il materiale usato in varie parti del mondo fin dagli albori del surf, è il legno! Con il tempo sono stati selezionate le essenze migliori, ovvero quelle con le migliori caratteristiche (resistenza e galleggiabilità).

I legnami più utilizzati per la costruzione di tavole da surf sono:

  • Balsa
  • Paulownia
  • Cedro
  • Sequoia

La principale caratteristica da considerare quando si tratta della scelta del legno è sicuramente la sostenibilità. Il legno è una risorsa rinnovabile, che viene coltivata e riciclata. In una tavola da surf in legno, a parte la colla vinilica e le resine, non c’è traccia di derivati di altri materiali sintetici.

Le caratteristiche che fanno apprezzare il legno sono essenzialmente:

  • la resistenza;
  • l’ottima galleggiabilità;

La riflessione che abbiamo fatto in precedenza relativamente al peso e alla galleggiabilità nel caso del legno non è valida. Infatti con il legno la galleggiabilità è influenzata soprattutto dalla superficie e quindi dall’area all’interno della tavola.

Gli altri aspetti fondamentali da considerare sono la facilità della lavorazione, la capacità di assorbimento di acqua e il peso. Questi ultimi due variano a seconda del legno utilizzato. Ad oggi quello più comune e performante è la Paulownia.

ALAIA: STORIA DI UNA CULTURA

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ECO BOARD

Quando parliamo di Ecoboard facciamo riferimento a tavole da surf che hanno almeno una delle seguenti caratteristiche:

  • il 25% del blank è realizzato con materiale riciclato o di origine biologica;
  • il 75% della struttura del blank è realizzata con materiali rinnovabili come il legno;
  • il 25% dei componenti delle resine è di provenienza biologica;

Come potrete notare, si tratta di parametri che non influiscono in nessun modo sulla resa e la struttura finale della tavola. Quello delle Eco Board è il primo passo verso un percorso di maggiore sensibilizzazione a livello ambientale, da intraprendere proprio all’interno del mondo del surf. Cominciare a pensare di ridurre gli scarti di lavorazione, di diminuire la quantità di materiale non riciclabile proveniente dalla dismissione di una tavola da surf, questi sono obbiettivi che oggi si pongono gli shaper come i rider.

Nella loro ricerca sui materiali, molti shaper negli ultimi anni hanno preso ad utilizzare, in alternativa alla fibra di vetro, le fibre biologiche:

  • Bambù
  • Canapa
  • Lino
  • Juta
  • Cotone
  • Basalto

Combinate a differenti livelli con la fibra di vetro, queste fibre garantiscono robustezza e prestazioni al pari delle loro cugine di provenienza industriale. Qualcosa cambia utilizzando le fibre naturali in purezza sul lungo periodo, quando è maggiore l’utilizzo, la resistenza diminuisce rispetto alla fibra di vetro.

Perché le Eco Board fanno bene all’ambiente: Nella produzione a livello industriale di tavole da surf, la fibra di vetro (biossido di silicio) impatta solo per il 5% sul totale delle emissioni di CO2. Il restante 95% dell’inquinamento è da imputarsi alle resine e alla schiuma poliuretanica in bianco. Ecco perché, cominciare a cambiare, anche se in percentuali non eccessive, le routine di produzione delle tavole da surf a livello artigianale, è già un obbiettivo importante.

LE PARTI CHE COMPONGONO LA TAVOLA

NOSE

La prima delle tre parti della tavola è il nose, che corrisponde alla prua.

Questo primo segmento influenza soprattutto la remata e il duck dive: più superficie è a contatto con l’acqua e più aumenta il galleggiamento complessivo. Quanto più la tavola è appuntita, meno spinta ha la remata, ma di contro però è più facile immergersi, eseguire il duck dive.

ROCKER

il rocker, ovvero la curvatura della tavola, viene trascurato, ma la presenza o l’assenza, la dimensione e la forma incidono moltissimo su galleggiamento, velocità e manovrabilità. Solitamente un rocker accentuato si trova in tavole per surfisti più esperti e allenati, mentre in quelle per principianti o intermedi, è più rilassato o addirittura piatto.

Scorpi tutto ciò che devi sapere suk rocker della tavola da surf, leggi qui l’approfondimento…

BOTTOM

Il bottom delle tavole da surf è la superficie della tavola, a contatto con l’acqua. la forma, la concavità o convessità del bottom determina come una tavola scivolerà sull’acqua.

Leggi qui l’approfondimento sul Bottom delle tavole da Surf…

DECK

La seconda parte della tavola è per così dire il corpo, il deck, la zona dove viene applicata la paraffina e/o il pad. Questa sezione influenza maggiormente la galleggiabilità: trattandosi della parte più estesa della tavola, è quella che ne determina gran parte del volume.

Scopri quali sono i tipi di deck della tavola da surf…

TAIL

Il tail, la coda, è la parte posteriore della tavola (la poppa) a cui viene attaccato il leash, ovvero il cordino che termina con la cinghia che si attacca alla caviglia. Esistono numerose forme e ognuna con caratteristiche e performance diverse. Ognuna di esse è indicata per avere un particolare felling di manovrabilità e stabilità.

Scopri qui i vari tipi di tail di una tavola da surf…

RAIL

I rail sono i bordi laterali della tavola e rappresentano l’intersezione tra il nose, il tail, il deck e il bottom. Lo spessore e la forma influiscono sulle performance della tavola e quindi sulla surfata, come d’altronde tutte le altre parti della tavola. La forma e lo spessore dei rail determina come l’acqua scorre sopra di essi durante lo scivolamento e nei cambi di direzione.

Scopri le forme dei rail delle tavole da surf…