Francesco A. Fiorentino meglio conosciuto come Franz, ci racconta chi è e ci spiega del suo lavoro e del surf a Milano


Ciao Franz, non credo siano necessarie le presentazioni, ma per chi non ti conoscesse, raccontaci un po chi sei e come hai iniziato ad ammalarti di surf ?

Ciao Angelo, sono un pirla qualunque e come milioni ossessionato dal surf e al surf sono arrivato come attratto da un magnete ed attraverso una serie di cose collegate tra loro. Diciamo che il surf è una attrazione disseminata in molte cose tra loro collegate, come una bellissima trappola, come un sirena e se inizi ad averci a che fare è come giocare con una tavola ouija: evochi una cosa che alla fine ti possiede.

Surfisti in auto per andare a surfare

Il surf è una entità. Ecco, io sono anagraficamente datato, ma va detto che l’anagrafe è si una sfiga ineluttabile ma ha anche i propri vantaggi e per farla breve il surf l’ho incontrato da subito come fascinazione nei fumetti che leggevo da piccolo dove ogni tanto compariva per dare colore, nei romanzi di genere dove caratterizzava e spariva, nelle pubblicità dei giocattoli, come oggetto di complemento e sui modellini di automobiline hot rod della Hot Wheels, e in film stupidi americani. L’ho ritrovato da adolescente nei fumetti underground e poi nella musica. Ecco il punk era molto collegato con la scena skate e surf ed in un certo modo con la scena degli hot rod. Per me, o almeno per quelli della mia generazione l’avvicinarsi al surf era dovuto al disagio e al voler stare fuori dall’ottica del lavora per guadagnare-spendere-morire, stare a lato di tutto ciò. Un giorno ho visto al cinema “Un mercoledì da leoni” e mi ha colpito come un pugno in faccia e quando sono uscito dal cinema ho deciso che avrei dovuto fare surf ed allora ho preso questo virus che altroché Covid19. Però questo ti tiene vivo.

Tu sei un punto di riferimento per la comunità surfistica milanese, cosa ti affascina di questa realtà e perché a tua parare è così unica e viva, pur essendo lontana dal mare

Grazie Angelo, credo di essere uno DEI tanti punti di riferimento perché vi sono altre persone che organizzano molte cose fighe qui a Milano. I surfer milanesi sono davvero tanti, la cosa sembra strana, ma se ci si pensa bene non così tanto. Come ho detto prima la scena iniziale era in buona parte derivata dal punk che aveva molto a che fare con lo skate e altre ancora con l’esplosione dello snowboard. Surf, skate e snow sono molto collegati da queste parti, non essendoci il mare, diciamo che sono della stessa famiglia al contrario del windsurf, kite e sup che sono davvero una altro ceppo genetico.

Surf Milano, foto nel Naviglio

I milanesi hanno da sempre avuto una speciale attrazione verso il mare, non so se lo sai ma Milano è la città in Italia con il maggior numero di patenti nautiche. Un altro aspetto importante è dovuto al fatto che Milano ha disposizione 3 hub aeroportuali con viaggi low cost verso mete rinomate per il surf e non ultimo le maggiori agenzie di comunicazione sono a Milano come molti surf brand che sempre a qui hanno la propria sede. Non è da sottovalutare nemmeno il fatto che molti surfer di fuori Milano risiedano a Milano per lavoro o studio, ho parecchi amici di Roma, Napoli, Genova, ma anche di altri paesi come coreani, giapponesi e americani tutti surfisti che risiedono a Milano. Così con tutto ciò si è creata una scena vitale con sviluppi nazionali ed internazionali che hanno dato vita a continui eventi, per citarne uno il Surf Skate Film Festival, ma le presentazioni e gli eventi e le mostre non si contano.

Va anche detto che la composizione dei surfisti milanesi è fatta da tipologie diverse tra loro, molti sono attratti dall’aspetto meramente sportivo, altri vedono nel surf una cosa quasi spirituale e per certe persone ormai, purtroppo il surf sta diventando una cosa via di mezzo tra il tennis e il golf , una cosa di élite ma questa ….è una altra storia.

Verrisimo, i surfisti milanesi sono davvero varie e variegati. Tornando a te, sei una persona molto poliedrica, come ti definisci: più artigiano, designer o autore e perché?

Si in effetti sono abbastanza poliedrico, sono ossessionato dal trovare i collegamenti tra le cose e sfruttarli e ricondurli sempre al surf. Sono un opportunista, sfrutto ogni occasione che si presenta per introdurre il surf. Direi che la definizione migliore è la più vaga: autore.

Surfisti nella spiaggia di recco

Autore perché ho un approccio autoriale anche nell’artigianato. Per quanto mi riguarda scrivere e creare lustrazioni sono due cose collegate e finalizzate al surf (da questa intervista sto capendo che è l’unica cosa che mi interessa), ho scritto articoli, molti articoli, per riviste di surf e non solo. Ho fatto anche qualche illustrazione per i miei libri, per il Den e alcuni fumetti per Surf e per SurfNews secoli fa. Scrivere i libri è un lavoro meno immediato e più complesso di quello che si pensi sopratutto trattandosi di saggi e di solito li faccio in collaborazione con Tommaso Lavizzari. Lui è un amico, anche se non è un surfista, ed è un grande esperto di cinema che riesce a dare un taglio diverso a quanto scrivo, perché riesce a farlo apprezzare anche a lettori lontani dal surf e dalla tavola.

Il mio ultimo lavoro è una guida intitolata “Surf-piccola guida per surfisti” che raccoglie le info essenziali per chi si avvicina al surf da regalare  a chi si iscrive ai corsi di surf. In questa quarantena invece sto lavorando ad un libro che ha come tema il surf, il disagio, la droga, ecc… Sto cercando di scrivere un soggetto per una serie che abbia come filo conduttore il surf, ma che sia anche un espediente narrativo.

longboard franz surfer'sden

Prima di approfondire i tuoi progetti futuri, volevo chiederti di parlarmi delle tavole che in questi anni hai creato, alcune sono davvero incredibili!

Da dove nasce l’ispirazione, qual’è il percorso che fai, in termini di ricerca e innovazione per rendere unico ogni modello?

L’ispirazione viene da diverse cose anche le più disparate per quanto riguarda l’estetica che possono l’estetica delle automobili V8, le forme dei pesci o delle foglie o certe tecniche pittoriche o di decorazione da applicare alla resinatura o alla colorazione della tavola. L’estetica è una parte molto importante, bisogna sempre cercare l’equilibrio perché un surfboard non sia scialbo o troppo ridondante. Il vero problema, la vera sfida e la cosa più importante sono le linee d’acqua che danno la performance al surfboard e quella è una cosa da perderci il senno, su certi modelli sono rimasto impantanato per un anno o due. Come ben sai quando si progetta una tavola sono tante le cose da tenere presente: rail, rocker, spessore e poi ci sono i concavi, i belly bottom , i v bottom e ancora fin set e pinne peculiari…

Ho sempre pensato che creare una tavola sia un po come lavorare con la matematica creativa. In questi anni mi sono reso conto che inventare è ormai quasi impossibile, ma lavorando sui dettagli è ancora possibile innovare. Un altro aspetto che mi intriga molto è la creazione dei loghi dei modelli di ogni surfboard che disegno io. La logo art ha un aspetto molto importante nella storia del surf.

Franz già ci hai anticipato i nuovi libri, ma prima di salutarci, volevo chiederti se hai in cantiere qualche nuovo modello?

Un progetto che da poco ha visto la luce è stato il Palké che è uno di quei progetti sperimentali che facciamo insieme a GianMaria Cattani (Float surfboards) abbiamo creato un evoluzione di un surfboard che avevamo fatto anni fa con l’endorsement della Alpi Wood.

È uno strano surfboard: sostanzialmente è un bonzer mid lenght derivato da un pipeliner  (7’0″x 21″ x 3″ ) con un fin set costituito da una D fin centrale e due keel laterali glossed on. Parte del deck è rivestita con diversi sample del legno Alpi, e anche il fin set è creato con le pregiate essenze Alpi. Per quanto riguarda Surfer’s Den Daily Surfboards dopo essere stati per anni molto concentrati sui log, adesso siamo più proiettati sui mid lenght come il modello Gagarin che un concept del socio  e che sta riscuotendo molto favore per la sua duttilità, portanza e affidabilità simili ad un log, ma con la maneggevolezza di uno short.

Da parte mia al momento di idee non ne ho ma il bello è che non essendo un copywriter posso permettermi anche di non averne ed aspettare che se ne creino o al limite va bene che le abbia anche qualcun altro. Alla fine l’importante è surfare e quella è l’unica cosa che mi piace fare da solo.

Franz Fiorentino mentre surfa in Liguria

Franz, grazie mille per questa intervista, speriamo di rivederci presto al Den e chissà anche per qualche altro progetto….

Autore: Angelo Marrazzo