Ineguagliabile in termini di stile surfistico ma anche di passaggio generazionale e culturale dallo strapotere hawaiano all’ascesa di altre nazioni nel panorama surfistico

Mark Richards fu anche un atleta e shaper simbolo nel mondo delle shortboard, che contribuì a valorizzare con accorgimenti tecnici ed idee inedite.


Il giovane Mark iniziò a prendere domestichezza con quelle Malibù in vetroresina e balsa che avevano incuriosito anche il padre a metà degli anni 50′. Tavole così diverse dai classici e pesanti longboard in legno ed allo stesso tempo terribilmente più performanti per l’onda veloce ma senza picchi eccessivi che il ragazzo predilige. Il padre costruì sopra quel tipo di tavola un business importante, creando uno dei primi grandi shop australiani riconosciuti ed apprezzati.

Il figlio intanto mise le basi per cambiare la storia del surf, impratichendosi a Blacksmith Beach (un beach break a pochi chilometri da Newcastle, citta natale dei Richards) e sulla Gold Coast del Queensland.

Il talento non manca e viene superata solo dall’ambizione. Ha il surf nel sangue e partecipa  a gare nazionali juniores, compiendo le prime apparizioni anche alle Hawaii. Decide che il surf sarà il suo lavoro e nel 1973 fa un patto con il padre: se entro un anno non sfonderà con la tavola si troverà un lavoro “onesto” e “rispettabile”. Ma Mark non cerca l’onestà di un pasto assicurato a fine giornata. Vuole verità. Una risposta definitiva per comprendere se è in grado di diventare un big name. Solo le onde possono dargliela.

Alla fine del 1974 Richards tornò alle Hawaii per l’inverno della North Shore: il suo quarto viaggio e il suo primo assaggio di onde davvero grandi. Una gara a Waimea Bay mostra subito il suo coraggio da australiano testardo. Per le semifinali i riders locali ed una parte dell’organizzazione  sconsigliano la discesa in acqua per le proibitive condizioni del mare. Fred Hemmings (detentore del titolo mondiale del 1968) vuole scendere in acqua e Mark non esita ad imitarlo. Accederà senza successo alla fase finale di quella gara ma la strada è ormai spianata. Nel 1975 si costruisce l’immagine del campione: l’artista hawaiano Albert Dove disegna per lui un distintivo in stile superman con la scritta “MR”. Mark ha usato quel logo su tutte le sue tavole e mute per la maggior parte della sua carriera. Ma l’evoluzione del surf di Richards prende forma solo un anno dopo.

 

 

 

Inizia a guardare con grande curiosità le twin fin di alcuni grandi surfer, apprezzandone la manovrabilità sull’onda media ed iniziando anche a meditare sulla forma ideale della tavola da surf, per ottimizzare il suo stile. Dick Brewer fa il resto creando la doppia pinna perfetta per lui ed uno shape ispirato dalla Fish di Reno Abellira: una tavola che può gestire una gamma di surf amplissima – comprese le condizioni di scarsa fluidità che comprendevano la maggior parte del tour – e perfettamente adatta al suo stile, libero e angoloso. Le sue curve in picchiata fanno il resto affibbiandogli il soprannome di “The Wounded Gull”, per quel suo modo quasi innaturale di cambiare direzione repentinamente, con le braccia allargate “goffamente” dietro la schiena.

Dal 1979 si susseguono i grandi successi su cui ha costruito la leggenda: quattro titoli mondiali e l’entrata nell’olimpo dei grandi. L’ultimo trionfo nel 1983, quando ormai i suoi problemi alla schiena (sviluppa con il tempo una curvatura inversa, con vertebre basse sporgenti e sovraccaricate con relativa ipertensione dei legamenti) stanno prendendo il sopravvento e lo costringono ad una fisioterapia costante per consentirgli la mobilità e la costanza in acqua, richieste ad un pro. Inserito nella Sport Australia Hall of Fame nel 1985 ed onorato con successivi tributi, oggi Richards vive ancora a Newcastle con sua moglie, Jenny e tre figli, Kyle, Nathan e Grace. Gestisce il Mark Richards Surf Shop a Hunter St, lo stesso negozio messo in piedi dai suoi genitori, viaggiando solo occasionalmente nel ruolo di ambasciatore per Quiksilver e fornendo consulenza diretta ad alcuni grandi fornitori e brand del panorama surfistico.